Il punto nel 2018 del progresso della terapia cellulare
Prof. Eliane Gluckman
Il 2018 è stato un anno particolarmente ricco di nuovi progressi terapeutici grazie al lavoro dei ricercatori nel campo della biologia fondamentale, della genetica e della bio-informatica. Questi lavori, iniziati da più di 10 anni, cominciano a portare i loro frutti dando esito ad un’esplosione di concetti e di prodotti per la terapia sull’essere umano.
I grandi contributi sono: la terapia cellulare, la terapia genica, le terapie mirate e l’immunoterapia.
La terapia cellulare:
Il primo trapianto di sangue del cordone è stato fatto con successo 30 anni fa; da allora, moltissimi progressi sono stati ottenuti con l’utilizzo delle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale grazie alla messa in opera delle banche di cellule staminali per uso terapeutico.
Oltre al trapianto di cellule staminali per le malattie ematologiche maligne come le leucemie e non maligne come le aplasie del midollo e le emoglobinopatie come la drepanocitosi, emergono nuove indicazioni come le malattie autoimmuni e infiammatorie.
Numerosi studi utilizzano il sangue del cordone ombelicale ma anche cellule prelevate dal cordone o dalla placenta, ricchi di cellule staminali.
Le principali applicazioni utilizzano cellule mesenchimatiche presenti in grande quantità nel tessuto del cordone. Queste cellule hanno funzione immuno modulatrice e anti infiammatoria.
Sono attualmente in corso numerose prove, tra le quali le più promettenti riguardano il trattamento delle malattie autoimmuni quali il lupus, il diabete, la sclerodermia o la sclerosi a placche.
Anche i test in ambito delle malattie neurologiche e psichiatriche sono ugualmente preponderanti come il disturbo dello spettro autistico, gli incidenti cerebrovascolari o l’ipossia neonatale.
La medicina rigenerativa dà luogo a numerose prove, alcune delle quali però effettuate al di fuori dei protocolli di controllo la cui validità è quindi discutibile. Questo utilizzo di prodotti cellulari non validi pongono innumerevoli problemi perché rischiano di dare false speranze ai pazienti affetti da malattie o handicap anche gravi. Per questo motivo la comunità scientifica è favorevole a un controllo rigoroso dell’applicazione e dei risultati delle nuove terapie.
La terapia genica:
Consiste nel portare nella cellula un gene mancante o carente. I primi test sono stati effettuati più di 10 anni fa nei bambini affetti da deficit immunitario grave, ma sono stati abbandonati a causa delle complicanze legate alla modificazione del gene.
Le ricerche hanno proseguito per utilizzare dei vettori più sicuri e più efficaci per trasportare il gene mancante e correggere quindi il difetto genetico. Quest’anno, Il Prof. Cavazzana ha pubblicato, in una rivista prestigiosa, i risultati di uno studio franco-americano sulla cura della drepanocitosi attraverso la terapia genica. Questi risultati suscitano grandi speranze perché permetteranno di curare numerosi bambini che nascono con una malattia genetica dell’emoglobina, la talassemia e la drepanocitosi.
Altre equipe hanno riscontrato risultati favorevoli in altre malattie genetiche come l’emofilia, alcune malattie gentiche metaboliche o immunitarie.
Le terapie mirate:
Lo studio dei tumori nella biologia molecolare ha permesso di frenare alcune anomalie del metabolosimo cellulare che si manifestano con l’apparizione di molecole mutate nella cellula e sulla sua superficie. L’obiettivo delle terapie mirate è di fabbricare delle medicine che saranno attive unicamente sulle cellule tumorali riconosciute dai marker tumorali. Le prime medicine sono nate più di 20 anni fa per il trattamento della leucemia mieloide cronica. Oggi sono state messe in pratica numerose terapie mirate per il trattamento delle leucemie e dei tumori solidi come melanoma, cancro al polmone e altri tumori con risultati particolarmente interessanti. Queste grandi scoperte portano un cambiamento profondo nella prognosi e il trattamento di queste malattie che fino ad oggi non erano sempre sensibili alla chemioterapia.
L’immunoterapia:
Il concetto del controllo immunitario dei tumori non è nuovo ma fino ad oggi nessun trattamento per attivare il sistema immunitario del paziente contro il tumore si era rivelato efficace.
Grazie alla manipolazione genetica delle cellule immunitarie del paziente per mirare alle cellule tumorali, è stato scoperto un sistema molto efficace di distruzione delle cellule tumorali. Queste cellule chiamate CAR T cells (Chimeric Antigen Receptor) hanno dato dei risultati spettacolari nei pazienti affetti da leucemie refrattarie alla chemioterapia. I risultati sono stati una prova sufficiente tanto da dare l’autorizzazione immediata alla commercializzazione. Numerose prove sono attualmente in corso per valutare l’efficiacia e la tossicità di questa immunoterapia. Altri metodi d’immunoterapia sono ancora in sperimentazione e dovrebbero dare dei risultati nel prossimo futuro.